La magia del settore giovanile: da centro di costo a macchina da soldi.

di | 14/01/2025

Vent’anni fa, quando mossi i primi passi nel mondo del calcio, non avrei mai immaginato il viaggio che mi aspettava. Oggi, dopo aver assistito all’evoluzione (e troppo spesso all’involuzione) di decine di società dilettantistiche, voglio condividere una visione che pochi presidenti riescono a cogliere, ma che potrebbe essere la chiave per il successo di molte società di calcio: il settore giovanile

Il vivaio rappresenta una risorsa fondamentale per ogni società non professionistica, purtroppo però raramente i dirigenti sanno come generare dei profitti da questo settore strategico.

La realtà è allarmante: il 90% delle società dilettantistiche è in crisi, soffocata da debiti e gestioni obsolete. Mentre i presidenti delle società arrancano, sognando di scoprire i prossimi Messi e Ronaldo, ignorano la vera ricchezza che hanno davanti agli occhi: il settore giovanile

Ma per riuscire a trarre profitto è fondamentale affrontare questa situazione con strategie nuove ed innovative.

È risaputo come tutte le grandi società professionistiche, ogni stagione, intaschino milioni di euro sfruttando la loro enorme ed appassionata massa di tifosi, attraverso i diritti TV, il merchandising ed il ticketing.

I Presidenti delle società dilettantistiche, al contrario, si trovano ogni anno a dover affrontare troppe incognite (girone di appartenenza, numero di partecipanti, lunghezza delle trasferte, avversari da affrontare ecc…) e nessuna certezza economica.

Eppure, costruire un futuro di stabilità finanziaria per un club è più semplice di quanto si pensi: bastano pochi cambiamenti strategici per trasformare le incertezze in opportunità, iniziando proprio dal vivaio

Oltre la tradizione: ripensare il settore giovanile

Le società NoProfit coprono una parte dei propri costi operativi principalmente attraverso le quote d’iscrizione e la vendita dei kit di abbigliamento tecnico.

Se le spese rimanessero limitate al settore giovanile, sarebbe possibile mantenere un equilibrio economico senza troppe difficoltà.

Tuttavia, il vero fardello sui bilanci è rappresentato dai costi di allestimento e gestione della prima squadra, che spesso finiscono per quintuplicare il passivo.

Questa pesante situazione finanziaria rende indispensabile trovare soluzioni per incrementare le entrate. La risposta di molti presidenti, purtroppo, è il ricorso a quello che possiamo definire “marketing della speranza”.

Anche se il termine potrebbe sembrare insolito, descrive con precisione la strategia comunemente adottata dalle società dilettantistiche per cercare di far quadrare i conti.

Un’illusione pericolosa.

Il marketing della speranza è una strategia priva di razionalità, con cui le squadre tentano di colmare i buchi di bilancio, ricorrendo a soluzioni illogiche che spesso si rivelano disastrose.

Le soluzioni adottate si riducono sinteticamente nella speranza di:

  • scoprire un fuoriclasse nel vivaio;
  • attrarre un grande sponsor; oppure
  • affiliarsi a un club professionistico.

Queste soluzioni, sono pie illusioni che allontanano le società periferiche dalla loro realtà.

Il mito del campione che risanerà i bilanci della società

Quale Presidente non sogna in cuor suo di scoprire il prossimo fuoriclasse e al contempo risolvere tutti i problemi finanziari della propria squadra, cedendolo ad una Big?

Questo però non accade quasi mai, perché:

  1. La rarità del talento: La probabilità di trovare nella piccole società un campione che possa essere venduto per milioni, oggi, è estremamente bassa.
  2. I talenti giocano già per le Big: Le grandi società calcistiche dispongono già di una rete capillare di talent scout, che unita ad ingenti risorse economiche, consente di selezionare giovani promettenti sia in Italia che all’estero, offrendo alloggi, supporto scolastico e assistenza alle loro famiglie.
  3. Il costo dell’attesa: aspettare il “colpo grosso” costa moltissimo, è come continuare a giocare senza mai tirare in porta. Ogni passaggio è una spesa, ogni movimento un onere, e il tempo scorre. Nel frattempo, l’attesa del gol si fa sempre più costosa.
  4. …e anche quando il campione c’è..: i giovani talenti dei grandi club sono sottoposti a enormi pressioni ed aspettative. Campioni come Toni, Grosso, Jamie Vardy e Messi ne sono stati vittime illustri. Questo è un punto debole su cui le squadre “provinciali” potrebbero puntare offrendo contesti più favorevoli per una crescita più graduale. Tuttavia, spesso falliscono a causa della scarsa preparazione della dirigenza e delle irrealistiche aspettative dei genitori, che finiscono per ricreare le stesse, identiche condizioni di stress, presenti nei grandi club.

E se cercassimo uno sponsor?

Il magro bottino dalla vendita di giocatori del vivaio, porta quindi ogni anno il presidente ad aggrapparsi alla più tradizionale soluzione che gli viene in mente, stufo di tirar fuori i soldi dal suo conto personale: la ricerca dello sponsor.

Ovviamente la fatica (o l’umiliazione) di andare di porta in porta a bussare ad ogni capannone o negozio, non passa minimamente per la mente presidenziale, che concede questo ingrato compito a qualche giovane, magari fresco di laurea.

Al motto di: “Cento negozi che danno mille euro, fanno centomila euro”, spinge il malcapitato ragazzo, a girovagare per la provincia, ben sapendo che con le provvigioni non si ripagherà neppure la benzina.

Dopo moltissimi tentativi, il bottino che si raccoglie è ovviamente molto magro e del grande sponsor nemmeno l’ombra.

Ma il capolavoro finale lo compie ancora una volta la società: dato che nessuno sa come gestire i nuovi sponsor in entrata, (aspettative, coinvolgimento e valutazione dei risultati), li fanno fuggire nel giro di un paio di stagioni, perdendo entrate e certezze economiche.

La dura verità.

Una società di calcio spera di avere tanti sponsor solo quando è consapevole di aver fallito in organizzazione e strategia… cioè nel marketing!

Quindi, fallite le ricerche di sponsor e giovani speranze, l’ultima, disperata mossa che i presidenti tentano, sono le affiliazioni delle loro piccole scuole calcio con le squadre italiane ed europee più importanti.

Le affiliazioni: un’arma a doppio taglio?

Immagina una piccola società di periferia, che veste la “camiseta” di una prestigiosa società spagnola, di un club di Serie A o a un iconico brand della Premier League inglese.

Sulla carta, sembra un sogno: visibilità immediata, giovani con indosso maglie blasonate, genitori super orgogliosi e supporto tecnico di alto livello.

Ma dietro questo luccichio, cosa si nasconde davvero?

Molte autorevoli testate giornalistiche, negli anni, hanno analizzato in profondità questi accordi e, purtroppo, li hanno bocciati senza appello perché favoriscono esclusivamente le società professionistiche che li propongono.

Ecco una sintesi delle principali ragioni pro e contro le affiliazioni:

Pro:

  • Prestigio del marchio
  • Sogno per i giovani di indossare maglie iconiche
  • Possibile accesso a metodologie di allenamento avanzate

Contro:

  • Accordi spesso puramente commerciali con scarso valore tecnico reale
  • Limitati ritorni economici per la “piccola società”
  • Costi elevati per le famiglie (iscrizioni, kit, tornei obbligatori)
  • Rischio di sovraccarico fisico per i giovani atleti
  • Perdita di identità della società dilettantistica
  • Nessun legame col territorio
  • Poca attenzione alle reali potenzialità dell’affiliata.

La cosa sconvolgente è che l’inutilità e la dannosità di questi vincoli emergono solo dopo molti anni, troppi, perché si possa poi avere voglia di tornare indietro a rimediare le cose.

La crisi della TUA società!

Il marketing della speranza evidenzia una crisi profonda nel calcio. Dal 2000 ad oggi, più di 200 squadre, per lo più dilettantistiche, sono fallite, mentre tutte le altre sopravvivono con enormi difficoltà.

Secondo un’indagine condotta nel 2023 dalla FIGC, oltre il 75% delle società dilettantistiche italiane opera in perdita. Questo si aggiunge a criticità strutturali che, dati alla mano, soffocano il calcio di periferia.

Gli errori più comuni sono:

  1. Gestione finanziaria inadeguata;
  2. Focalizzazione eccessiva sulla prima squadra;
  3. Mancanza di diversificazione delle entrate;

…ed eccessiva dipendenza dalle tasche dei presidenti!!!

E’ possibile ribaltare questa situazione?

Esistono molte strategie per aumentare i ricavi di una società calcistica non professionistica, e tutte hanno un elemento in comune: distinguersi dalle altre squadre… partendo dal settore giovanile

E se si riuscisse ad offrire a ogni giovane l’opportunità di vivere il sogno del professionismo?

Immagina una società in cui ogni giovane atleta sia trattato come un calciatore professionista sotto ogni aspetto. Quale atleta o genitore non farebbe carte false per far parte di essa. Vuoi sapere come riuscirci?

1) Iniziative on line

  • Un sito a misura di giovane: Quando un ragazzo visita il sito della propria società, non va a guardare i risultati della prima squadra ma per vedere il proprio volto in una foto o leggere qualche riga che parli di lui che lo faccia sentire protagonista.

Quindi cerca di arricchire il sito con articoli e immagini che raccontino i ragazzi. Fallo con generosità, persino in modo ridondante, proprio come fanno le grandi testate quando celebrano i giocatori di Serie A. Così facendo, trasmetterai loro il senso di essere parte fondamentale della tua società

  • Le interviste a fine partita: quale ragazzo non sogna di essere intervistato a fine gara? E voi fategliele — ascoltare le loro opinioni sul match, raccogliere i loro pareri e le loro valutazioni aiuterà a cogliere le emozioni dell’incontro.

Le interviste vanno benissimo anche usando solo il cellulare, anzi, i commenti avranno un taglio più “real” e giornalistico.

  • Pubblicare video emozionali: pubblicate frequenti videoclip, assemblati con musica e foto che catturano momenti di felicità, aggregazione e gioco, da’ un’idea forte di comunità.
  • Usare pochissimo i social network:è vero che i social hanno una cassa di risonanza maggiore, ma i contenuti sono proposti in base a strani algoritmi. Un video emozionale o un’intervista ben realizzata potrebbe finire sepolta sotto decine di altri post.

Se il sito è un luogo dove ogni ragazzo può sentirsi al centro del progetto, i social sono una piazza affollata, dove l’attenzione è fugace e frammentata.

Questo però non significa che i social vadano trascurati, anzi, ma devono essere un supporto, non un fine, usati ad esempio per attrarre nuovi iscritti o far conoscere i valori e le iniziative della squadra.

È questa l’essenza del marketing di prossimità: raggiungere il giovane, e fargli sentire che ciò che fa, ciò che è, ha un valore enorme.

utilizzare le espressioni comunicative dei grandi media del calcio è il segreto per trasformare il loro sogno in realtà.

2) Gli spazi personali

Oltre alle iniziative on-line, molto si può fare anche off-line. Ecco alcuni suggerimenti:

  • Gli armadietti: sembra banale, ma il senso di appartenenza ad un luogo inizia da dettagli apparentemente piccoli, come un armadietto personale. Avere un proprio spazio nello spogliatoio, con il proprio nome, significa per un giovane iniziare a mettere radici.

Anche nelle realtà con molti iscritti, dove mancano spazi, basterebbe qualcosa di più semplice, come un cestino, un portascarpe o un piccolo scomparto personale. In fondo, basta è semplice offrire ai ragazzi uno spazio che sentano “loro” per radicarli nella squadra

  • Lo spogliatoio: Uno dei gesti più “professionali” e “potenti” che si possano riservare a un giovane calciatore è fargli trovare, prima dell’allenamento o della partita, gli indumenti già ordinati e pronti al loro posto nello spogliatoio, proprio come avviene nei grandi Club. Attenzioni che contribuiscono a creare un ambiente che ispira professionalità e rispetto.

3) La culla del professionista

Investire nel futuro del calcio dilettantistico significa trasformare ogni società in una piccola “Professionista del Calcio.” dedicando molta attenzione alle necessità ed alle aspettative delle famiglie. Questo prevede:

  • Consulenze mediche personalizzate: Sapete se tutti i vostri atleti appoggiano correttamente il piede a terra? Questo aspetto, fondamentale per un professionista, può essere facilmente verificato con una visita baropodometrica. Non solo mettere a disposizione servizi con con medici specializzati, nutrizionisti, psicologi sportivi, quasi tutte le società lo fanno, ma di indurre i ragazzi a utilizzarli realmente allo scopo di farli crescere come persone e come atleti.
  • Percorsi tecnici personalizzati: Sebbene già offerti da molte squadre, la possibilità di allenamenti singoli personalizzati rappresenta una strategia fondamentale per il miglioramento tecnico degli atleti. Questi percorsi consentono di focalizzarsi su aspetti specifici del gioco, come il controllo del pallone, la precisione nei passaggi, la resistenza fisica o la tecnica di tiro e permettere a loro di migliorarsi dove si sentono più carenti
  • Merchandising personalizzato: Tutte le squadre hanno un kit di abbigliamento sportivo imposto dalla società, ma nessun atleta dilettante ha felpe, tute o cappellini personalizzati col proprio nome o simbolo.

Sul web è possibile personalizzare oltre 10.000 articoli e gadget in modo semplice ed economico. Numerosi siti offrono la possibilità di ordinare e personalizzare anche un singolo pezzo, garantendo flessibilità e convenienza

  • Le scarpe: È risaputo che i giovani calciatori preferiscano acquistare scarpe dei loro idoli, spesso dei marchi più celebri come Nike o Adidas. Tuttavia, scegliere scarpe da calcio realizzate su misura, progettate per adattarsi perfettamente alla conformazione del piede, sarebbe una scelta più salutare e vantaggiosa.

Le società dilettantistiche raramente colgono il potenziale di questa opportunità, che potrebbe trasformarsi in una fonte di entrate significativa. Esistono numerose aziende artigianali che offrono questo servizio a costi ragionevoli

  • Le schede di valutazione: Perché a scuola si danno le pagelle, ma nello sport no? Eppure, anche l’attività sportiva è un percorso educativo e formativo. Attraverso test specifici e strutturati, non sarebbe naturale fornire ai ragazzi e alle loro famiglie valutazioni oggettive e periodiche sui progressi compiuti?

Questo permettere di evidenziare punti di forza, aree di miglioramento e tracciare un percorso di crescita chiaro, rendendo il loro impegno più consapevole e motivante.

4) Eventi e comunità: come costruire legami indissolubili

  • Gli eventi: Gli eventi sono fondamentali per rafforzare il legame tra la società sportiva e il territorio. Iniziative come tornei, feste, ritiri estivi, sono possibili anche a budget limitati.
  • Le trasferte internazionali: le trasferte all’esterooffrono ai giovani calciatori la possibilità di confrontarsi con realtà sportive di differente cultura calcistica, ampliando le competenze, la visione del gioco ed i legami con i compagni di squadra.

Queste sono alcune delle infinite possibilità di creare aggregazione, fidelizzazione ed ENTRATE per una qualsiasi società dilettantistica di provincia. Basta utilizzare strategia e marketing e pensando sempre a come vorremmo essere trattati noi e i nostri figli se fossimo dall’altra parte.

Il marketing è gentilezza!

Nel calcio dilettantistico, il marketing non è solo una strategia per ottenere visibilità ed entrate ma è il modo di comunicare al mondo la propria anima e la propria natura.

Prima di pensare a uno sponsor o a un piano di comunicazione, ogni presidente e dirigente dovrebbe chiedersi: Perché qualcuno dovrebbe scegliere di venire da noi? Qual è la nostra promessa? Quale problema possiamo risolvere ad un’azienda?

Con la giusta visione, il calcio dilettantistico può non solo sopravvivere, ma prosperare, offrendo ai giovani la possibilità di sognare e crescere in un ambiente che sa di casa, di appartenenza e di futuro.

Il successo va oltre i trofei: è nel valore che creiamo, nel sogno che alimentiamo o nell’esperienza che offriamo ai giovani anche se non avremo mai nessun campione che calcherà un campo di serie A!

Se desideri davvero trasformare la tua società in un esempio di successo sportivo ed economico, inizia un percorso di crescita. Analizza la situazione attuale, definisci obiettivi chiari, coinvolgi attivamente i tuoi collaboratori, e monitora i risultati. Il calcio dilettantistico può essere la palestra di valori ed emozioni che resta nei ricordi, nelle persone, e nella storia di chi ne fa parte.

Perché alla fine, il vero segreto non è puntare alla serie A, ma mantenere sempre vivo quel sogno.

E questo è il miglior investimento che si possa fare per il futuro di una piccola società sportiva.

Se desideri trasformare davvero la tua società in un modello di successo sportivo ed economico, parti da questo e se non hai idea di come iniziare contattami! Sono qui per guidarti nel processo di crescita e ottimizzazione delle tue risorse:

  • Aumentare i guadagni diretti e indiretti
  • Ottimizzare gli strumenti per valorizzare le potenzialità della tua società
  • Raggiungere efficacemente tutti i tuoi target, inclusi gli sponsor

Puoi scrivermi via email a davide@anelli.news o lasciare un commento qui sotto.

Non dimenticare: il futuro del calcio dilettantistico dipende dalle scelte che fai oggi. Con la giusta strategia e dedizione, puoi scrivere una nuova storia per la tua società e costruire un modello che ispiri e coinvolga.

Ciao Pres!

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