Si che si può, anzi oserei dire che oggi…SI DEVE!

Come sarebbe se tu potessi conoscere GRATIS un potente sistema di finanziamento della tua società di calcio? E come sarebbe se tu l’applicassi seriamente? Cominci ad aumentare il tuo fatturato in una sola stagione e grazie a quelle entrate in più riesci ad allestire una delle squadre più forti della categoria tanto da essere accreditati fra le favorite del campionato?

Ora finalmente sei la squadra da battere, quella più menzionata sulle pagine sportive dei giornali e perché no, venerata nuovamente dai tifosi!

La tua società di calcio cambia radicalmente e di colpo siete costretti a non aver più biglietti di tribuna da vendere perché sono già tutte sold out.

Sei contattato da tutti i procuratori perché i loro assistiti vogliono venire a giocare da voi e i tuoi dirigenti non credono alla loro fortuna di riuscire ad allestire la migliore squadra possibile al prezzo migliore.

Tutto questo senza dover rifare il tuo stadio di calcio, rinunciare ai tuoi storici sponsor o licenziare i dipendenti del commerciale e della comunicazione o assumerne di nuovi.

Il Blog del Presidente di calcio è lo strumento che ti spiega come poter primeggiare nel calcio senza dover rincorrere gli sponsor.

Cosa significa “primeggiare nel calcio senza sponsor”?

Detto in pochissime parole: avere una squadra di calcio con grandi disponibilità economiche in grado di sfruttare tutte le potenzialità del Brand, che è più ricco e potente di quello che credi.

Quindi bisogna dire addio a tutti gli sponsor?

Non ho detto questo, quello che voglio farti capire è che con un Brand forte non avrai più la necessità di cercarli, di sguinzagliare la tua struttura commerciale per trovarli o chiedere l’aiuto economico di conoscenti, amici e parenti che hanno l’azienda o il negozio col rischio di compromettere il rapporto con loro; lavorando bene sul brand saranno le aziende, quelle realmente interessate alla tua società di calcio a bussare alla tua porta e a venire da te!

Lo so, è difficile da credere ed infatti io non voglio convincere nessuno, capisco quelli che non credono alle mie parole e sono scettici, ma è la logica che lo dimostra e chi si occupa quotidianamente di sport economy lo sa bene.

Si sa che le squadre di calcio comprano i giocatori ad inizio stagione e possono fare buoni acquisti solo quando hanno la disponibilità economica per farlo. Una parte dei questi soldi proviene dalla campagna abbonamenti e dalla biglietteria, parte dalle quote degli iscritti alla scuola calcio, altri dal merchandising o dalle tradizionali azioni commerciali. La maggior parte però arrivano dagli sponsor se si ha la fortuna di averli, perché le aziende interessate non sono semplici da trovare, contattare e convincere e le rare volte che succede ci si trova spesso ad accettare ingiuste condizioni economiche al ribasso perché il motto è: “meglio pochi che niente”.

Se si va a guardare il valore totale delle entrate da sponsor di una società di calcio, si noterà che l’80% è frutto di uno, massimo due grandi accordi di sponsorizzazione, il resto sono bruscolini; questo comporta che la stagione di una squadra è direttamente legata allo stato di salute del mercato dove opera lo sponsor, quindi, se per qualsiasi ragione questo non può o non vuole rinnovare, la squadra non solo non fa il mercato, ma addirittura rischia il fallimento.

Vi ricordate il Decreto Dignità del 18 aprile 2019 che impedì a bookmakers ed aziende operanti nel mondo delle scommesse sportive di farsi promozione attraverso inserzioni sui media o attraverso accordi di sponsorizzazione con società sportive e atleti? Quella norma fece perdere alle squadre italiane in un soffio circa 100 milioni di euro. Riuscite a capire il contraccolpo economico che, eccetto rare eccezioni, toccò tutte le squadre di calcio?

Ecco il perché di questo Blog: chi o che cosa impedisce alle società di calcio di avere, senza ricorrere agli sponsor, fatturati milionari? Tutte le società di calcio, anche le più piccole sono molto considerate dalla stampa, seguitissime dai media e dalla gente, non è questa condizione invidiabile per essere un’azienda di successo?

Ma come siamo arrivati a questo punto, come fanno le protagoniste di una delle industrie più ricche e forti del nostro paese ad essere costantemente e perennemente con bilanci in rosso? La ragione parte da lontano con la nascita verso gli anni ’60 del calcio professionistico, periodo in cui ci si rese conto che l’autotassazione delle squadre non sarebbe stata più sufficiente a sostenere le spese. Così entrò in scena la figura del Presidente danaroso, personaggio con un’alta capacità di spesa al quale non importavano le entrate commerciali del club perché utilizzava il calcio come amplificatore della propria notorietà personale ed indirettamente dell’azienda di famiglia, figura che riusciva a ripianare a gran velocità i debiti della squadra con il suo patrimonio personale. Le famiglie Agnelli, Carraro, Pianelli, Rizzoli, Ferlaino, Viola, Rozzi e Anconetani con le loro “fabbrichette”, ne sono un esempio lampante.

Anni dopo la necessità di mantenere la competitività ed il tasso tecnico fece ulteriormente lievitare spese ed ingaggi in modo così repentino che le finanze personali dei presidenti non bastarono più. Così si pensò di agevolare e legalizzare l’ingresso nel calcio degli sponsor ossia di multinazionali che sfruttando la popolarità di questo sport ebbero un incredibile aumento del loro giro d’affari. Fu un beneficio comune che però durò poco. Se hai vissuto anche tu gli splendidi anni ’80 e ’90 del calcio in Italia ti ricorderai perfettamente l’abbinamento sponsor per ogni squadra di calcio: Misura – Inter, Barilla – Roma , Cirio e Mars per il Napoli, Erg – Sampdoria, Ariston – Juve, Pooh Jeans – Milan e la Canon del Verona campione d’Italia, ecc…

Il massiccio afflusso di soldi proveniente dalle sponsorizzazioni (e la contemporanea apertura delle frontiere per gli stranieri) diede linfa vitale al nostro calcio facendolo diventare per oltre due decenni il palcoscenico dei migliori giocatori al mondo. Ma ben presto questo circolo virtuoso si trasformò in un circolo vizioso che mise in luce l’incapacità delle società di calcio di trovare maggiori risorse economiche. La sempre crescente necessità di avere e di generare denaro fu anche la causa degli scandali legati al calcio scommesse, al Totonero e al mai risolto problema delle false fatturazioni.

Ma la cosa peggiore fu il mancato ingresso all’interno delle stesse società di manager capaci e competenti che portarono a Calciopoli e agli scandali degli ultimi anni, soprattutto perché si presumeva che: “la salute finanziaria di un club è intimamente connessa ai risultati sportivi”. Insomma si pensava che chi più vinceva più guadagnava, avviando così la corsa all’acquisto del giocatore (spesso straniero, sovente bidone, quasi mai rivendibile) in grado da solo di vincere il campionato, teorema che nessuno al tempo aveva mai osato mettere in dubbio.

Sappi che come molti anche io, fino a poco tempo fa, lo ritenevo il fondamento stesso del calcio. Ma se ci pensi bene la prova provata che questa sia una enorme minchiata è da molti anni davanti agli occhi di tutti gli appassionati dotati di minima capacità di pensiero ed analisi!

Purtroppo però sentirsi ripetere questo concetto dalle TV, dai giornali, dalle radio per dieci, cento mille volte ha portato inevitabilmente a pensare che questa fosse la sola verità. Non sei convinto? Voglio rinfrescarti la memoria ricordandoti i crack finanziari di società vincenti ma che nel giro di poco tempo fallirono (o quasi). Posso iniziare ricordandoti Il fallimento del Napoli a un decennio dal secondo scudetto, la cessione del Milan poco tempo dopo la conquista della sua settima Champions League o la vendita dell’Inter cinque anni dopo il triplete, ma andando più indietro il misero fallimento dell’Hellas dopo lo scudetto o del (grande) Perugia di Gaucci, i crack del Parma di Tanzi e di Ghirardi e della Lazio di Cragnotti, del Siena, del Catania, del Palermo o del meraviglioso Foggia di Zeman e Casillo che dopo aver venduto il trio delle meraviglie (Signori, Baiano, Rambaudi) investì larga parte dei profitti in giovani di prospettiva…e poi fallì. Devo continuare? Il calcio è costellato di centinaia di storie simili e di squadre che tecnicamente superbe fecero per pochi anni la storia del calcio, appassionando tifosi e media per poi interrompersi bruscamente con un fallimento (apparentemente inaspettato) all’apice della visibilità e della notorietà.

Neppure la compravendita di giocatori, che è un asset fondamentale nel patrimonio di una società di calcio, purtroppo, impedì a queste dotatissime squadre di depositare i libri in tribunale nel giro di poche stagioni o per le più fortunate di trovarsi velocemente nuovi finanziatori in grado di ripianare gli enormi buchi di bilancio causati dalla loro inettitudine.

Oggi il valore complessivo delle sponsorizzazioni non è affatto cambiato, anzi, il valore è sempre molto alto se non addirittura in aumento, stiamo parliamo di 3 miliardi e 620 milioni di EURO se parliamo dei quattro maggiori campionati di calcio europei. Però purtroppo questo dato, se non approfondito, è assolutamente forviante perché non dice che il 90% di questi soldi spettano solo alle società di primissima fascia, mentre alle squadre cosiddette “provinciali” di serie A, B, C e a tutte le altre dilettanti, non rimangono che le briciole. Quindi se non fai parte di questa piccola cerchia del calcio che conta e se sei magari una piccola squadretta di terza categoria che ha la sede in una zona remota della provincia italiana sei tagliato fuori e se non riuscirai a garantirti nuove e continue risorse da te, sarai destinato prima o poi al fallimento perdendo squadra e denaro.

Eppure le società come la tua non sanno che il loro futuro potrebbe essere decisamente più roseo se solo applicassero le logiche del marketing al loro modello di business, evitando di prostituirsi per il sostegno economico di uno sponsor, di contendersi con altri sport l’attenzione di un’azienda che li sostenga o ancor peggio evitando di scannarsi per accaparrarsi qualche bambino pagante-quota con le altre squadre di calcio del circondario .

Se oggi vuoi avere successo con una società di calcio, prima di pensare all’allenatore, ai giocatori, alla scuola calcio o a tutto lo staff tecnico, devi prima pensare al MARKETING!

La mia “battaglia” per la ricerca degli sponsor è stata lunga e sanguinosa, ci ho sbattuto per anni il muso, applicando teorie, affinando tecniche, cercando di trovare il modo di convincerli e passando, giorni, mesi e anni della mia vita professionale ad inseguire i titolari delle aziende o cercando di inventarmi nuove soluzioni per riuscire semplicemente a pagare una parte delle tante spese. Alla fine ho deciso che mi ero stufato delle tranvate sul muso ed ho studiato un modo che, se applicato alla lettera, fa prosperare la tua società di calcio senza avere bisogno di un solo euro dagli sponsor.

Se sei il Presidente di una squadra e sei interessato a guadagnare più soldi di quelli che credi sia possibile guadagnare, sfruttando il valore reale del brand, evitando di rimanerne vittima dei piani marketing di altri e vincere solo grazie alle tue capacità, questa strada potrebbe essere quella adatta a te

Se senti che per ripianare i buchi creati dalla per la tua squadra stai erodendo pian piano le tue finanze personali e quelle della tua azienda, messe da parte con pazienza per dare certezza al tuo futuro e della tua famiglia e sei alla disperata ricerca di una luce nel tunnel per rimetterti in carreggiata, dovresti riflettere attentamente su quello che ho da dirti.

Se sei stanco di sentire che oggi in Italia i soldi nel calcio si fanno solo se costruisci uno stadio nuovo e moderno ma hai la certezza che la tua società, causa “burocrazia”, l’avrà solo nel prossimo millennio. Se non sei disposto a berti la favoletta della crisi delle aziende sponsor, dell’allontanamento dei tifosi dal calcio, sappi che esistono tantissimi modi per fare soldi (onestamente).

Ma anche se fino a questo momento, con la tua squadra, hai avuto tante soddisfazioni sul campo ma senti che la base economica sulla quale hai poggiato le tue scelte sta rumorosamente scricchiolando e pensi che la valanga di spese extra ben presto ti travolgerà e stai accumulando stress perché stampa e tifosi vogliono ancora un maggiore impegno economico da te, allora hai bisogno di me!

Sono nello sport da vent’anni con alle spalle progetti di marketing che hanno fatto guadagnare milioni di euro (uno su tutti il Progetto “Juventus Club Doc” creato e gestito fino al 2007) ma, soprattutto, ideatore di un sistema che in breve tempo ti libererà dal peso di rincorrere gli sponsor.

Penso di essere uno dei pochi in Italia nel marketing sportivo che abbia lavorato in tutte le categorie del calcio, dalla seria A fino all’Eccellenza, passando dalla Champions. Ho inoltre la certificazione di Stadium Manager rilasciata dal Politecnico di Milano per aver seguito il primo Master in Progettazione, Costruzione e Gestione delle infrastrutture sportive patrocinato da FIGC e Coni.

È il momento di scollarsi di dosso le paure di buttare via ingenti capitali per nulla e togliersi dal pantano dell’anonimato per creare, con il mio aiuto, una squadra vincente e immune al fallimento…sono talmente sicuro di quello che dico che in caso tu non fossi soddisfatto ti ridarò tutto indietro, fino all’ultimo centesimo!

Quindi a questo punto sono certo che ne vorrai sapere di più sul

SISTEMA SPORT MANAGER ONE

ed io ti accontento all’istante: clicca qui contattami e ti darò subito maggiori informazioni! https://www.anelli.news/blog/contatti/

Magari sei anche curioso di conoscere tuta la mia storia?

Allora ti rimando alla pagina che parla di me…ti avverto è un’altra pappardella…buona lettura.

https://www.anelli.news/blog/chi-sono-2/